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Il diario inedito di Alamanno Agostini racconta 100 giorni di carcere nel Forte Stella di Portoferraio di un gentiluomo pisano sospettato di aver collaborato alla preparazione di un moto mazziniano in Toscana nella tarda estate del 1833. Tenuto in isolamento a scopo preventivo, senza processo e senza conoscere il motivo preciso della sua reclusione, Agostini è tormentato dal dolore per la recente scomparsa della madre e per la lontananza forzata dai figli ancora bambini, oltre che ovviamente dalla solitudine e dalla noia per la condizione di recluso. Riesce a superare questo periodo di profonda difficoltà grazie alla quasi quotidiana corrispondenza con parenti e amici, alla frenetica lettura di libri reperiti nella biblioteca napoleonica dell'Elba e ai furtivi rapporti con i compagni di prigionia (Guerrazzi, Bini e Angiolini).